Abbiamo il coprifuoco come se fossimo in guerra. Questa metafora, però, ci ha un po’ stufato. Non è così?
Le lettura (silenziosa) ha creato il distanziamento sociale.
Perché usiamo le librerie come sfondo.
L’hobby più strano della pandemia.
Facciamo il giro del mondo con le orecchie.
“Fight Club” è ancora qui.
The Shape of Dreams. Un’esplorazione visiva dei sogni che facciamo (realizzata da Federica Fragapane).
Adesso Google Earth permette di viaggiare nel tempo.
Mia nonna materna, quand’ero un bimbo, mi regalava spesso la carta di imballaggio per farmi scoppiare le bolle. Ora, se siete stressati, potete farlo anche online.
Qualcuno ha campionato le esclamazioni dello storico Alessandro Barbero.
Cosa sono i libri quando non li teniamo nelle librerie.
Prima e dopo “Inception”. Il film di Christopher Nolan ha lasciato il segno. E la trottola, forse, continua a girare. (Se avete visto questo capolavoro ma ancora non ci avete capito nulla, potete fare un salto su questo sito interattivo che vi spiega tutto.)
Anche “Matrix” continua a influenzare la nostra contemporaneità. E molti scienziati cominciano a credere che quella della simulazione non sia un’ipotesi così remota.
Viviamo nell’epoca delle macchine psicomorfe e della letteratura espansa.
I Peanuts spiegati da Chris Ware.
Rilassatevi disegnando un mandala.
I libri sono scorciatoie. (Un Ted Talk di Tai Lopez)
Come scrivere bene. (Un breve saggio di Paul Graham tradotto da Antonio Dini)
A Shanghai vengono proiettati QR code in cielo. Uno scenario a metà tra Blade Runner e Ritorno al Futuro - parte seconda.
📚 Letture
“Fattore 1 %: Piccole abitudini per grandi risultati” di Luca Mazzucchelli (Giunti). Uno degli argomenti più studiati è sicuramente quello delle abitudini. Come cambiarle se sbagliate e come crearne di nuove. La lezione di questo libro è già tutta nel titolo. Ma vale la pena di leggerlo. In sostanza, il cambiamento viene facilitato quando si scompone l’abitudine che si vuole acquisire in tante piccole sotto-attività. E si comincia a implementare ognuna di queste sotto-attività, andando gradualmente a scalare. Ecco l’1 % che può fare la differenza se ripetuto tutti i giorni. Piuttosto che partire in quarta per poi mollare o demotivarsi. Quello che ho capito leggendo altri saggi sullo stesso argomento, e che questo libro conferma, è che ha un’importanza fondamentale il mindset, cioè il sistema di pensiero che si riflette direttamente sul nostro modo di intendere la vita e affrontare i problemi. A livello profondo è il mindset che deve cambiare e si deve riprogrammare. Le azioni sono una conseguenza.
“Ikigai. Il metodo giapponese: trovare il senso della vita per essere felici” di Bettina Lemke (Giunti). È un interessante scorcio su un aspetto della cultura giapponese che si riferisce a quello che potrebbe essere considerato lo scopo della propria vita o la propria vocazione. Quindi l’ikigai è ciò che siamo chiamati a fare su questo pianeta. Ma non tutti l’hanno trovato. Quindi non tutti sono felici e soddisfatti della loro vita. L’autrice suggerisce una serie di esercizi che non sono altro che pratiche di introspezione. Ma, come insegna la psicoanalisi, non è semplice tirare fuori o ammettere a se stessi alcune cose. Soprattutto se facciamo ciò che non vorremmo fare e siamo dove non vorremmo essere. Sono i classici compromessi. Però, di sicuro, è vero che mettere su carta, nero su bianco, i listoni con desideri e aspirazioni può aiutare a illuminare alcune zone d’ombra. Molto più filosofico, ma forse anche più profondo e interessante è “Il codice dell’anima” di James Hillman. Lui l’ikigai la chiama ghianda.
📺 Visioni
SERIE TV:
Another Life, su Netflix. Una bella serie di fantascienza, con Katee Sackhoff, la protagonista di Battlestar Galactica. Un artefatto misterioso piomba sulla Terra. Si cerca di capire che cos’è, in tutti i modi. Con una squadra di scienziati a Terra e con una missione spaziale verso il pianeta di origine di questo oggetto alieno. In alcuni momenti mi ha fatto pensare allo Spielberg di Incontri ravvicinati del terzo tipo e all’Aliens di James Cameron.
High Fidelity, su Disney+. È tratta dal romanzo di Nick Hornby del 1995 (o meglio dall’omonimo film scritto da D.V. DeVincentis). La protagonista è Zoë Kravitz (attrice, cantante e figlia di Lenny Kravitz) che veste i panni di Rob, una malinconica e allo stesso tempo frizzante proprietaria di un negozio di dischi. La colonna sonora, ovviamente, è notevole. Una volta le compilation musicali si registravano sulle cassette. Nella serie Rob crea le sue playlist con Spotify (anche se ascolta i vinili).
FILM:
Nomadland, uscito in esclusiva su Disney+. Il film di Chloé Zhao ha vinto il Leone d’Oro all’ultimo Festival di Venezia e 3 Oscar (miglior film, miglior regia e migliore attrice protagonista). Frances McDormand, la versione femminile di Bill Murray, è straordinaria nella sua capacità di suscitare emozioni. Ci sono persone che, dopo aver perso il lavoro o una persona cara, si ritrovano senza casa e cominciano un’esistenza nomade, spostandosi da un posto all’altro. Questa è la loro storia.
🎧 Ascolti
Ho riascoltato la discografia dei Simple Minds, uno dei miei gruppi preferiti. Se non avessero fatto un bel po’ di passi falsi, sarebbero una delle band più importanti della storia del rock. Mi riferisco ad album decisamente bruttini come Neapolis (1998) e anche l’ultimo Walk Between Worlds (2018). Troppo discontinui, a volte pretenziosi. Eppure album come Big Music (2014), Graffiti Soul (2009) e Black & White (2005) erano stati degli splendidi ritorni. Tuttavia, per me i capolavori restano New Gold Dream (1982) e Sparkle in the Rain (1983). Da ascoltare ad alto volume:
Grazie a un articolo del Los Angeles Times ho scovato una cover notevole di While My Guitar Gently Weeps dei Beatles. Nella superband c’è anche Prince. Il suo assolo (a partire dal minuto 3:28) ci fa capire quanto fosse straordinario come musicista.
💾Flashback (dall'archivio)
Il valore ontologico della risata. Il filosofo Gilles Deleuze dice che i grandi libri liberano un’energia dionisiaca.