Mindware #8: Palette di uno sguardo
Quello che guardiamo adesso è condizionato da quello che abbiamo visto prima
Smaltita la sbornia di Sanremo (che ci ha consegnato soprattutto tormentoni per TikTok), mi sto dedicando alla filmografia di Wes Anderson. Non ho ancora cambiato la palette del mio feed di Instagram, suggestionato dalla sua fotografia, ma mi rendo conto quanto stia influenzando la cinematografia contemporanea, nel bene e nel male.
Cose di libri
C’è una storia dietro a una biblioteca molto apprezzata online.
Tutto Ludwig Wittgenstein open source. Pubblicata l’opera integrale del filosofo austriaco.
Il libro da cui è tratto “Bambi” è ancora più cupo del film. Fu scritto nel 1923 da un autore austroungarico: descriveva la violenza tra animali come metafora della miseria umana. L’opera originale esprime una visione piuttosto tetra e pessimista della condizione umana, che a molti ha ricordato la persecuzione degli ebrei da parte della Germania nazista.
Milo Manara adatta a fumetti “Il nome della rosa” di Umberto Eco.
Se la Piccola Biblioteca Adelphi sfila sulla passerella di Etro.
C’è un romanzo di Aldo Busi che nessuno vuole pubblicare.
Nei Paesi Bassi è stata sospesa la pubblicazione di “Chi ha tradito Anne Frank”. Il libro racconta un'indagine sul traditore della famiglia di Anna Frank, ma aveva suscitato grosse perplessità: l'editore si è scusato.
La Civiltà Cattolica, la rivista diretta dal padre gesuita Antonio Spadaro (che è stato anche consulente per la comunicazione di Papa Francesco), ha ripubblicato un bellissimo ritratto di James Joyce, che parla del suo percorso di scrittore, dell’influenza dell’educazione ricevuta dai gesuiti e del rapporto difficile con la religione.
Lo scrittore Vanni Santoni ha twittato una pagina della Recherche (sto parlando del romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”) in cui Marcel Proust, parlando di un fototelefono del futuro, sta descrivendo a tutti gli effetti uno smartphone! Per fare mente locale, il suo monumentale romanzo è stato scritto tra il 1909 e il 1922.
Parolette. Una al giorno, come Wordle ma in italiano.
Avete mai avuto la “notizia addosso”? T-post è la prima rivista indossabile.
Il 2022 visto dai film di fantascienza.
Cosa sono gli nft e come cambiano il mondo dell’arte [VIDEO].

“Fight Club” in Cina ha un altro finale.
Meta ha costruito il supercomputer per AI più veloce al mondo.
Neil Young ha chiesto di rimuovere la sua musica da Spotify, per protesta contro un podcast. In una lettera pubblicata sul suo sito e poi cancellata, ha criticato la piattaforma perché ospita il podcast antivaccinista di Joe Rogan.
Ci vuole più arte nella nostra vita.
Digital Bovary. Il bovarismo nell’era della sua riproducibilità tecnica. Abbiamo ripreso Emma Bovary per cercare di capire in che modo Emma, la sua noia verso una realtà deludente, e l’ostinato immaginare un mondo fantastico dove tutti sanno ballare il valzer, mangiano ananas, e amano forte, possa aiutarci a riflettere sulla struttura del desiderio ai tempi dei media digitali: in fondo, essi non fanno che mostrarci costantemente l’ipotesi di una vita altra e migliore che accade a qualcun altro non lontano da noi. Ma soprattutto per chiederci se non siamo forse tutte e tutti affetti da una certa forma di bovarismo “macchinico”, e se la rivoluzione digitale stessa non possa essere letta come la materializzazione tecnica di quell’attitudine al reale costruita sull’alternarsi di doloroso disappunto e slancio immaginifico.
Per i nostalgici di Sanremo
La Parole di Sanremo: inserisci una parola per scoprire in quante e quali canzoni del Festival è presente.
📚 Letture
“Il corso dell’amore” di Alain de Botton (Guanda). Alain de Botton, raccontando quella che è apparentemente una storia come tante, scava in profondità nella natura umana. È consapevole che nemmeno lui riuscirà a trovare una risposta definitiva sulla natura dell’amore, eppure riesce nell’intento di illuminare verità che, forse, per la maggior parte della gente sono scomode e quindi anche sgradevoli. Lo fa anche allargando lo sguardo e ragionando su credenze e paradigmi culturali che, nel corso delle generazioni, si sono cristallizzati e ci hanno indotto a credere che amore e romanticismo, amore e sesso siano la stessa cosa.
“Il pessimo capo” di Domitilla Ferrari (Longanesi). I libri di Domitilla Ferrari sono sempre sinceri e illuminanti. Lo è anche quest’ultimo. Attraverso esempi, testimonianze ed esperienze dirette, ci consegna un distillato di buone e cattive pratiche degli ambienti di lavoro, assieme a una tassonomia dei capi peggiori. Tutti, prima o poi, li incontreranno. L’autrice, partendo dal suo percorso professionale e aziendale, ci spiega come gestirli e disinnescarli. Ebbene sì, si impara anche da loro.
📺 Visioni
SERIE TV:
L’Amica Geniale, su Rai Play. Nelle ultime settimane ho recuperato questa serie in streaming e mi sono messo in pari con la terza stagione (in onda ogni domenica su Rai Uno: per il momento sono usciti 4 episodi). Ho fatto quello che non andrebbe mai fatto, cioè ho visto L’Amica Geniale in tv prima di leggere i libri di Elena Ferrante. Forse ho fatto un torto alla mia immaginazione. Quando leggerò la storia di Lila e Lenu’ su carta inevitabilmente mi verranno in mente Gaia Girace e Margherita Mazzucco (bravissime, forse più la prima che la seconda), ma credo che questo non mi impedirà di godermi la lettura.
FILM:
Ho recuperato un’altra mancanza: ho cominciato a guardare i film di Wes Anderson. Disney+ li ha aggiunti quasi tutti al suo catalogo. Finora ho visto:
Rushmore;
I Tenenbaum;
Le avventure acquatiche di Steve Zissou;
Il treno per il Darjeeling;
Grand Budapest Hotel.
Non ho ancora capito se Anderson mi piace oppure no. Non solo per la fotografia plasticosa e i colori pastello. Ma anche per i suoi personaggi: sono quasi tutti grotteschi e, in qualche modo, condannati all’infelicità. Magari quel tono agro-dolce, quel piccolo senso di insoddisfazione per l’andamento del destino dei suoi personaggi è un effetto voluto dal regista. Sempre notevole è la presenza di Bill Murray: è talmente forte la sua presenza scenica che, anche in poche scene, riesce sempre a farci sorridere, catturando l’attenzione come un magnete. Anche Owen Wilson è una costante per Wes Anderson, come attore e sceneggiatore. Però, secondo il mio modesto parere, è un po’ il contrario di Bill Murray: più lo vedi, meno lo vorresti al centro della scena. Non mi sta proprio simpatico.
🎧 Ascolti
L’ultima volta vi avevo parlato di The Smile, il side project che comprende 2 Radiohead: Thom Yorke e Jonny Greenwood, il batterista Tom Skinner e il produttore Nigel Godrich. È uscito il primo singolo: You Will Never Work in Television Again. Il brano sorprende per non avere nulla di sorprendente: è un pezzo rock abbastanza grezzo. L’album in arrivo ci chiarirà le idee, ma forse si capisce già che la voglia di suonare in questa band nasce dal bisogno di Yorke e Greenwood di fare musica in totale libertà, senza la “gabbia” dei Radiohead (da cui, visto il livello raggiunto nella loro carriera, tutti si aspettano ogni volta cose eccezionali). Tra l’altro mi sono accorto che il gruppo si chiama come l’omonima band formata da Brian May e Roger Taylor che poi, con l’arrivo di Freddie Mercury e John Deacon, diventerà i Queen. Ma pare che non c’entri nulla: il nome della band è un omaggio a una poesia di Ted Hughes. Però, comunque, rischiano un pochino dal punto di vista legale: non c’è soltanto la proto-band degli ex Queen, si chiamano Smile anche una band americana degli anni ‘90, una pop band svedese, una band del Sud della California con Tommy Girvin e anche un gruppo post-punk di Torino nato nel 2019. Spero che Yorke e Greenwood abbiano buoni avvocati. :)
It Won't Always Be Like This degli Inhaler. È il primo album di una band indie rock di Dublino, che ha come cantante e chitarrista Elijah Hewson, il figlio di Bono degli U2. Lui giura che suo padre, almeno all’inizio, non l’ha aiutato e anzi era contrario alla sua carriera da musicista. La band, raccomandati o no, ha iniziato col botto, facendo persino meglio degli U2: l’album d’esordio degli Inhaler è stato primo in classifica in Inghilterra. “Boy”, invece, il primo album degli U2, al suo debutto non entrò neanche tra i primi 40. A un primo ascolto suona bene, a un secondo ancora meglio. I ragazzi sono bravi e suonano bene. Ed Elijah Hewson ha una voce molto simile a quella di suo padre. Ma questo è solo l’inizio.
🎙Podcast
Sono usciti 2 nuovi episodi del podcast di Mindware:
Quando il futuro scrive il presente. Si parla di come Arthur C. Clarke e Stanley Kubrick si sono influenzati a vicenda, del potere quantistico della fantascienza e del corto circuito fiction / realtà.
La letteratura come suono. In una pagina dei diari di Jack Kerouac (“Un mondo battuto dal vento”) ho trovato una nota che mi ha ricordato quanto la sua grandezza come scrittore fosse legata alla sua sensibilità musicale.